“Kilgore Trout diventò l’autore vivente preferito di Billy, e la fantascienza diventò l’unico genere di storie che potesse leggere. Rosewater era due volte più sveglio di Billy, ma lui e Billy avevano crisi simili che affrontavano nello stesso modo. Entrambi avevano trovato la vita insensata, in parte a causa di ciò che avevano visto in guerra. Rosewater, per esempio, aveva ucciso un pompiere di quattordici anni, scambiandolo per un soldato tedesco. Così va la vita. E Billy aveva assistito al più grande massacro della storia europea, il bombardamento di Dresda. Così va la vita.”
Il libro di una vita
Raccontare il libro di una vita, la propria, segnata indelebilmente dall’aver combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e, in particolar modo, dall’aver assistito, in qualità di prigioniero, agli effetti collaterali prodotti dal bombardamento della cittadina tedesca di Dresda, il più feroce con armi convenzionali dell’intero conflitto, secondo solo ad Hiroshima e Nagasaki in termini di civili uccisi. Questo è Mattatoio n.5 per Kurt Vonnegut.
I viaggi nel tempo e Trafalmadore
Vonnegut utilizza un genere letterario, la fantascienza, per dare un tono di fondo, per rendere vivo e credibile, il romanzo. Vien da pensare che senza il ricorso a questo artificio, ovvero all’uso sapiente della fantascienza, dapprima tanto attraverso i viaggi nel tempo di Billy – il suo alter ego – quanto poi con il suo rapimento ad opera degli extraterrestri del pianeta Trafalmadore, ecco, Vonnegut non sarebbe riuscito a scrivere, come ricorda nel testo, il libro su Dresda.
La guerra si raccorda, nella scrittura di Kurt Vonnegut, all’altro tema centrale che è dato dal tempo. L’ambizione, riuscita, è quella di dare corpo ad un’altra possibilità di tempo, che è un tempo lineare nel quale gli eventi sono così come sono e sempre saranno.
Non poteva cambiare passato, presente e futuro
Vonnegut prova, per questa via, a disinnescare il fatto che gli accadimenti della vita siano in sé ingiustificati. Se nulla ha la possibilità concreta di autodeterminarsi altrettanto sarà possibile che qualcosa avvenga per puro caso. Quello che è, quello che accade, è perché lo è in quell’unico e determinati modo. E allora ecco che si può scorrere e viaggiare avanti e indietro nel tempo, a prima e dopo la propria morte, alla propria infanzia, al matrimonio della figlia. Tutto è per sempre e la morte è null’altro se non un istante di quel tutto, destinato a scomparire risvegliandosi, nel letto, a fianco della propria moglie, oppure a Trafalmadore.
“Passato, presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno. I trafalmadoriani possono guardare i diversi momenti proprio come noi guardiamo un tratto delle Montagne Rocciose. Possono vedere come tutti i momenti siano permanenti, e guardare ogni momento che gli interessa. È solo una nostra illusione di terrestri credere che a un momento ne segue un altro, come nodi su una corda, e che quando un istante è passato è passato per sempre.”
Titolo: Mattatoio n.5
Autore: Kurt Vonnegut
Editore: Feltrinelli editore
Pagine: 196
Costo: 9,60